Una stanza di ospedale, le lunghe ore a fare assistenza, il silenzio che nemmeno i rumori di sempre riesce a rompere.
Si e' soli con se stessi in queste situazioni, momenti che nella vita di tutti i giorni difficilmente si riescono a trovare, per guardarsi dentro e a volte ritrovarsi.
Guardandoti seso in questo letto, con tubi, canule, drenaggi vari la mente comincia a regredire.
Torno ai primissimi ricordi, al cortile, alla mia vecchia casanel centro storico. a tua "Lambretta" dove orgogliosa mi mettevo davanti in piedi.
Piu' che ricordi affiorano le sensazioni, quella di verti sempre visto come un uomo da ammirare, ti ho sempre visto grande, importante, bello e intelligente.
Orgogliosa del tuo lavoro, ti vedevo nel regno della sapienza, l'UNIVERSITA', gli studenti, i profesori, e poco importava ad una bambina che tu fossi un impiegato, ti vedevo girarer tra quelle grandi stanze antiche pregne di libri e di sapere.Tu mi hai insegnato l'onesta' sempre e comunque, me l'hai insegnata con il tuo esempio, con il tuo comportamento, mi hai insegnato parole come liberta', dignita', democrazia.
Da te ho imparato ad amare il libro, non solo per il suo contenuto ma anche semplicemnte come oggetto. E d ancora oggi, quando ne ho uno in mano lo esploro, ne giro le pagine, lo annuso, lo accarezzo come un amante ai primi impacciati aprocci. Mi piace l'odore dei vecchi libri, quelli con le pagine ingiallite, con le annotazioni ai mergini, con qualche "orecchia" segno del suo utilizzo.
Un momento felice per me era quando mi dicevi "spolveriamo i libri" e andavamo alla libreeria e ad uno ad uno toglievamo la polvere dai tuoi amati libri.
C'e' uno spazio nellagiornata che mi riporta a te.. l'ora subito dopo pranzo, verso le due, Ricordo da bambina, non abitavamop gia' piu' assieme, ma ancora pranzavo con voi, e poi ragazza arrivavo appositamente e cosi' ancora quando mi sono sposata, tutti i giorni quell'ora era per noi. Fatta di nulla avolte, oppure il telegiornale guardato assieme, o una prtita a "tombolon" o a "scala quaranta". Avevamo imparato a portare a turno qualcosa da offrirci: un cioccolatino, un bibita, un caffe'.
Un momento passato assieme noi due che assieme abbiamo vissuto solo i primi anni della mia vita.
Ed ora seduta qui vicino al tuo letto di ospedale penso che nei pochi mesi che ci rimangono dobbiamo fare in modo di ritrovare quell'ora per noi, dalle quattordici alle quindici.
Terry 17 marzo all'alba in una stanza di ospedale